la nostra storia

Fin dal 2020 Rizomedia è stata scelta come fornitore o partner per la comunicazione di progetti di ricerca in ambito universitario. Questo prestigioso filone di servizio, che si sposa perfettamente con i nostri valori, ha raggiunto uno sviluppo significativo nel 2023 gettando le basi per nuovi obiettivi. 

Quando Rizomedia era start-up non disponeva una sede fisica. Venne per questo realizzato un cloud ante-litteram che permise al team di collaborare a distanza senza il noioso utilizzo dei protocolli FTP. La sede fisica che venne aperta nel 2007 non fu mai utilizzata appieno, per noi è da sempre preferibile la visita ai clienti e i nostri professionisti sono liberi di scegliere dove e quando lavorare.

Nel 2021 abbiamo trasferito la sede in una nuova location più piccola, con funzioni solo di coordinamento e amministrative. Abbiamo inoltre investito per implementare le procedure e i mezzi al fine di assicurare una più efficiente collaborazione e una massima efficienza, anche sul piano della cybersecurity. 

L’organizzazione a rete, che sta alla base del nome stesso di Rizomedia, ci ha consentito una immediata riconfigurazione operativa durante l’emergenza Covid-19. Grazie alle consolidate abilità di lavoro in collaborazione mediante cloud e la capacità di adattarsi a tempistiche e richieste di emergenza, proprie della mostra cultura giornalistica, ci hanno permesso di accompagnare i clienti nei loro processi di comunicazione e di produzione di informazioni, seguendo i continui cambiamenti legislativi e normativi del periodo di emergenza sanitaria.

Era il 1988 quando buona parte dei componenti del nostro team, giovanissimi, iniziarono a frequentarsi in un contesto culturale prevalentemente musicale, nella loro città. La stessa città in cui abbiamo sede.

Nel 1989 quei giovanissimi riuscirono a organizzare il primo di una serie ventennale di eventi rock, che coinvolsero e aggregarono molti giovani  meno giovani nella comunità. Nel trentennale di quell’evento abbiamo voluto far un salto nel tempo, organizzando un altro “concertone” in veste di main sponsor e organizzatori.

Lo abbiamo chiamato “Rock Around The Clock 30th Anniversary” e si è svolto esattamente 30 anni dopo quel primo festival. L’evento del 1989 fu un punto di riferimento per la comunità di allora, e questa riedizione non è stata da meno: il teatro, sempre lo stesso, è stato di nuovo riempito. Oggi come allora, da un pubblico caloroso che è stato il vero protagonista.

Sul palco molti di qui ragazzi di allora. Fra cui il nostro Massimo Max Calvi, che ricorda qui la sua esperienza on stage. 

Nel 2015 Massimo Calvi e Maria Elena Amato si diplomano Coach col percorso ACSTH, Il Coaching si aggiunge fra i servizi offerti da Rizomedia e si rivela molto efficace nella progettazione di strategie di comunicazione su misura per imprenditori, dirigenti e personaggi pubblici in genere. Un anno dopo Massimo Calvi ottiene la certificazione dell’International Coach Federation arriva dopo un corso specifico e un esame di ammissione. Nasce Coach in Bo (marchio registrato da Massimo Calvi): una rete di Coach al servizio di persone e imprese.

Negli anni successivi Rizomedia continua ad affermarsi, viene incaricata dell’ufficio stampa di Confartigianato Emilia-Romagna e acquisisce importanti clienti in ambito di automazione industriale, nel settore della Risk Analysis – Convalida farmaceutica, della Grande distribuzione e dell’automotive.

Nel 2019 i vent’anni di Rizomedia vengono celebrati con un concerto rock.

Nel 2011, dopo il successo di un evento organizzato per conto di Confartigianato, parte la partnership fra Rizomedia e Paolo Crepet, noto psichiatra e sociologo, per la promozione e l’organizzazione di conferenze in tutta Italia. Nel 2012 esce il il libro “Il Valore delle persone”: è la storia della Confartigianato Bologna Metropolitana, lo scrive Massimo Calvi. Nel 2013, nel pieno della recessione italiana, Rizomedia decide di investire consistenti risorse nella formazione di alto livello, avviando un impegnativo percorso di tre anni, anche  all’estero. Una vera svolta che porterà risultati e che plasmerà la cultura aziendale di Rizomedia.

Nel 2005 nasce il network Rizomedia, lo gestisce Maria Elena Amato, che struttura una rete di professionisti, ispirati dal modello delle organizzazioni rizomatiche. Fra i clienti: associazioni di categoria, consorzi agroalimentari, società turistiche, incubatori di impresa, aziende della meccanica. L’11 gennaio 2006 Rizomedia diventa società. La prima sede è all’interno di un ufficio di Confartigianato a Castel Guelfo di Bologna. L’anno successivo la sede sarà trasferita a Castel San Pietro Terme. Nel 2007, con la Torre Lasie, Rizomedia aggiunge gli eventi ai suoi business. Sempre nello stesso anno su Second Life per la prima volta si suona un concerto dal vivo, l’ufficio stampa è a cura di Rizomedia che ha aperto una sede nel mondo virtuale. Nel 2008 Facebook è appena arrivato e Rizomedia cura la prima campagna elettorale di un sindaco sui Social, in Italia. E’ Sara Brunori, che nel 2009 sarà eletta al primo turno.

Nel 2000 Massimo Calvi avvia la sua attività come free-lance, collabora con numerose testate, fra cui il Sole-24Ore, e inizia a occuparsi di uffici stampa e di informazione online. Nel 2002 Massimo Calvi e Corrado Peli cominciano la loro collaborazione. Il primo progetto è la campagna di informazione per l’entrata in vigore dell’Euro, commissionata da un Comune della provincia bolognese. Nel 2004 Massimo Calvi supera l’esame di stato da giornalista professionista, pochi mesi dopo Corrado Peli si iscrive all’Albo dei giornalisti.

Dal 1980, per tre anni, continuando a frequentare l’Istituto Tecnico Industriale, Massimo Calvi si occupa di musica e informazione dalle frequenze di un’emittente privata del suo territorio. Nel 1988 è fra i promotori di un nuovo movimento culturale giovanile e, insieme ad altri sodali, dà vita alla redazione di una fanzine “Km. 89”, che poi diventerà anche associazione. Nel 1989 dalla redazione di una storica testata locale imolese (il Sabato Sera) contattano Massimo Calvi proponendogli di iniziare a collaborare. Inizia così la strada di Max nel giornalismo “vero”, che nel 1991 lo porta ad iscriversi all’Albo dei giornalisti.