Il titolo del post è volutamente fuorviante: Charlie Gets Fired non sarà la svolta epocale nella storia dell’entertainment online ma è divertente ed è talmente folle, nel suo sviluppo lungo la storia, da risultare in qualche modo attraente. Come si sa, infatti, il tempo medio di uso online di un video o di una gif o di una pagina o di una qualsiasi altra cosa che passi per la rete è davvero molto basso. Di fronte a un video che duri più di tre minuti l’utente ha già la sensazione di avere a che fare con un film russo anni ’20, in bianco e nero, su un oscuro sciopero in una fabbrica di mattoni siberiana. Una pagina che superi un breve scroll diventa Guerra e Pace e un’immagine con più di due righe di didascalia, anche se è stata scritta dal miglior comico in circolazione, diventa La Zattera della Medusa di Gericault: un enorme mostro a tinte fosche e impenetrabile.
Charlie Gets Fired, invece, è un divertente “giochino” filmato, a bivi, che tiene agganciato il navigatore curioso, che ha cliccato sul link. Ogni tanto, durante lo sviluppo della surreale vicenda, lo spettatore è chiamato a mettere in difficoltà il protagonista, che deve vendere uno spettacolo televisivo a un tycoon della tv, pena essere brutalmente licenziato. E la cosa si fa sempre più divertente perché i bivi, man mano, fanno proposte sempre più assurde e demenziali. Così lo spettatore giocatore può divertirsi a far dire a Charlie le cose più incredibili passandola, più o meno, liscia in un crescendo davvero fantozziano.
Buon divertimento!
Alessandro Boriani