Il mare delle conversazioni è sempre più agitato da continue ondate di argomenti che sembrano travolgere tutti senza distinzione. Un anno fa il Metaverso faceva furore e oggi ci chiediamo: quante avventure virtuali saranno iniziate e finite in un solo ciclo di stagioni?
Per mettere le cose in prospettiva, il primo metaverso, Habitat, è stato creato nel lontano 1986. Proprio così, quasi tre decenni prima che il termine diventasse il protagonista delle conversazioni di appena un anno fa.
Oggi la star è senza dubbio l’Intelligenza Artificiale. L’IA, oppure AI se vogliamo essere ancora più trendy, ma in tal caso si pronuncia “Eiai” (se aggiungete “alalà” non vi stimiamo). L’IA ci viene ormai propinata in tutte le salse e salotti, non c’è politico che non la citi e la si incontra persino sfogliando le riviste di gossip dal parrucchiere. Ma, in tutta onestà, la prima forma di AI risale al 1956, quando John McCarthy e i suoi colleghi coniarono il termine durante una conferenza al Dartmouth College, negli Stati Uniti. A proposito, qualcosa la diciamo anche noi, in modo sobrio, QUI.
E cosa dire dei grandi psicologi da tastiera, che hanno reso “narcisista” una parola di uso comune completamente avulsa da ciò che rappresenta? E mentre ci addentriamo nell’entusiasmante mondo delle etichette e dei termini usati a caso ecco che arriva “bipolare”, che sembra il nuovo “schizofrenico”, almeno nelle conversazioni di chi vuole sembrare “avanti” e se ne frega del dramma rappresentato da queste due parole.
Ma il nostro carosello linguistico non finisce qui: il “mental coach“, un mistero avvolto in un enigma, sembra essere il tocco finale nella danza delle parole alla moda.
Quanti ne parlano senza sapere cosa faccia o se esista davvero? Forse è il momento di un po’ di coaching mentale per tutti. Ultimamente abbiamo incrociato uno “spiritual coach”, certo più moderno del desueto “predicatore”. Ah, abbiamo trovato anche un sex coach, citofonare sul social bianco-azzurro, e non fate finta di non sapere qual è.
Chiudiamo con una riflessione provocatoria: l’ignoranza e la superficialità, unite a un evidente appiattimento del linguaggio, stanno forse cercando rifugio in parole che suonano bene solo per farci sentire importanti? E se più di un mental coach servisse un vocabolario?
Nota Aggiuntiva:
Per i curiosi della tecnologia, Habitat, il primo metaverso, fu creato nel 1986 da Lucasfilm Games (oggi conosciuta come LucasArts). Second Life, invece, fece il suo debutto nel 2003. Quanto all’Intelligenza Artificiale, uno degli esempi più noti è il motore di ricerca Google, che utilizza algoritmi avanzati per fornire risultati di ricerca pertinenti da anni, senza che molti sappiano che dietro c’è un’intelligenza artificiale all’opera.
Quando Rizomedia fondò, per prima, un ufficio stampa su Second life.
E infine, ecco un’intervista con l’IA, la trovate QUI, sul nostro blog.
MC